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Ludovico Berardinelli, San Nicandro, (29 agosto 1919 - Macerata)

Persona di grande umanità, di grande cultura.

di Manuela Berardinelli

Il sorriso sempre presente, il tono della voce basso, di chi non vuole mai prevaricare, i modi gentili d'altri tempi, la capacità rara di ascoltare per capire, la generosità nel donare tempo e attenzione a chiunque ne avesse bisogno, tutto questo era Ludovico Berardinelli, mio padre.

Persona di grande cultura quella con la C maiuscola, mai esibita, appassionato di politica, era un democristiano che amava professarsi tale anche dopo la fine della prima repubblica, quando tutti rinnegavano la militanza…, precisando però che lui era fermo a Don Sturzo e De Gasperi.

A noi figli che lo portavamo bonariamente in giro “accusandolo" di essere l'unico che faceva politica ad essere povero, rispondeva convinto che ne era orgoglioso perché aveva una sola faccia e la mattina quando si specchiava doveva piacersi.

Uomo concreto aveva però la capacità di sognare e l’ottimismo innato di chi ha fiducia negli altri.

Aveva avuto la giovinezza spezzata dalla seconda guerra mondiale e nonostante fosse persona di pace per indole aveva dato il suo contributo con il solito impegno e senso del dovere come paracadutista della Nembo.

L’esperienza della guerra l’aveva profondamente segnato, tanto che non ne parlava mai, se non in rari passaggi, non gli aveva però tolto la capacità di sperare e lottare, sempre a modo suo senza clamore, per un mondo in cui la democrazia e lo stato sociale nel senso più vero del termine potessero avere valore compiuto.

Nei primi anni del dopo guerra intraprese con un successo la professione di giornalista lasciata poi per un lavoro più “stabile” che gli consentisse di seguire meglio la famiglia a cui era attaccatissimo ed in particolare i tre figli che adorava.

Ha sempre partecipato in modo attivo alla vita sociale del territorio, è stato uno dei fondatori del Tribunale del Diritto del Malato a Macerata e Consigliere di Cittadinanza Attiva Nazionale.

La cosa che più colpisce me ed i miei fratelli è che a distanza di più di 9 anni dalla sua scomparsa quando qualcuno ci incontra non solo ha ancora vivo il suo ricordo, ma nel parlarne si commuove!

Voglio chiudere questa piccola biografia dicendo che mio padre era un uomo assolutamente normale, con difetti, limiti, pregi, qualità come ogni persona, di certo però in un modo in cui l’individualismo regna sovrano, il suo pensare sempre al plurale e avere una disponibilità innata verso ciascuno, l’hanno reso una persona speciale che rimarrà sempre nel cuore di chiunque ha avuto la fortuna di conoscerlo.

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